La medicina energetica: dalla fisica quantistica alle filosofie orientali
Introduzione
La medicina energetica si basa sul presupposto che accanto al nostro corpo fisico e al nostro corpo mentale esiste anche un corpo vitale, costituito da energia. Nel passato la scienza si è concentrata soprattutto sulla biochimica e sulle interazioni molecolari, così facendo si è perso di vista il ruolo degli elettroni, dei campi magnetici dei relativi processi energetici, delle proprietà dello spazio e il ruolo della coscienza stessa. Riscoprendo le antiche tradizioni delle medicine orientali, riviste in chiave moderna alla luce delle nuove scoperte di fisica quantistica ed epigenetica, possiamo ritrovare potenti strumenti per riportare l’organismo in una condizione di vitalità e salute.
Le scoperte della fisica quantistica rivoluzionarono lo studio della fisica e furono applicate nel campo della biotecnologia medica con ottimi risultati, ma siamo ancora lontani da una consapevole rivoluzione culturale. La fisica, infatti, è il fondamento di tutte le scienze ma la biologia si basa ancora sulla superata, benché ordinata, versione newtoniana del funzionamento del mondo, rimanendo attaccata al mondo fisico di Newton ed ignorando il mondo fisico invisibile dei quanti, in cui la materia è fatta di energia e non esistono assoluti.
Infatti la medicina occidentale rimane strettamente ancorata alla biochimica, utilizzando le scoperte della fisica quantistica solamente per implicazioni tecnologiche e non di pensiero.
Ma la fisica quantistica ci ha dimostrato che nessun fenomeno nell’infinitamente piccolo avviene senza una relazione con il contesto globale, che la realtà cioè non è altro che una fitta rete di relazioni al di fuori delle quali non possono esistere singoli enti.
Inoltre ha sottolineato che l’atto stesso del conoscere modifica e, in un certo qual modo, determina il conosciuto. Filosoficamente ciò ha contribuito ad invertire l’assioma base del processo cognitivo, approssimandolo a quello del pensiero orientale: non si conosce la realtà come appare, ma appare come la si conosce.
Bruce Lipton, biologo cellulare di fama mondiale, ha applicato questi concetti allo studio della biologia cellulare da più di vent’anni andando a verificare come la singola cellula risulti maggiormente influenzata dal suo ambiente fisico ed energetico piuttosto che dai suoi geni, dando finalmente alla dimensione energetica dell’ambiente ciò che gli spetta e tentando un primo parallelismo tra la saggezza spirituale delle tradizioni antiche e la medicina allopatica.
Questi concetti vennero successivamente sviluppati nelle teorie che stanno alla base dell’epigenetica, attraverso quindi lo studio dei meccanismi molecolari per mezzo dei quali l’ambiente controlla l’attività dei geni.
La medicina contemporanea è giunta al suo massimo splendore. Grazie agli indiscutibili progressi delle tecniche diagnostiche, della farmacologia e della chirurgia molte patologie prima sconosciute o ritenute incurabili, oggi possono essere affrontate e guarite con successo.
Tuttavia, crediamo che sia necessario per noi medici interrogarsi e mettere in discussione le certezze del nostro modo di procedere razionale; infatti, sul piano umano, l’espansione, la sofisticazione e la perfezione dell’azione terapeutica non hanno fondamentalmente diminuito l’angoscia e la solitudine dell’uomo di fronte al dolore, alla malattia e alla morte.
In medicina moderna si assiste alla moltiplicazione degli specialisti per settori corporei sempre più limitati e l’intero non viene più percepito come un ‘entità significativa’.
Milioni di individui attribuiscono i loro problemi di salute non a una combinazione di cause mentali, fisiche, emotive ed energetiche, ma semplicemente all’inefficienza dei loro meccanismi biochimici.
La maggior parte dei medici e degli psicologi non ha infatti compreso l’importanza dello spostamento di paradigma che si sta verificando nella fisica.
Studiando i meccanismi di “controllo” del corpo, i ricercatori hanno focalizzato l’attenzione su un’ampia gamma di segnali fisici suddivisi in precise famiglie chimiche, tra cui i succitati ormoni, citochine, fattori di crescita, soppressori dei tumori, messaggeri e ioni. Ma, a causa del pregiudizio materialistico newtoniano, la scienza ortodossa ha continuato a ignorare il ruolo svolto dall’energia nella salute e nella malattia.
La medicina energetica ci permette di formulare una teoria ancora più generale sulla guarigione corpo-mente, quando ci ricordiamo che oltre a un corpo mentale e un corpo fisico possediamo anche un corpo vitale.
Il corpo vitale, chiamato pranamaya kosha nel Vedanta, non ha estensione, la sua modalità di movimento è detta prana in sanscrito, qi in cinese e dal punto di vista occidentale può essere paragonato a quello che noi chiamiamo energia vitale. I contenuti del corpo vitale sono le funzioni vitali, che sono rappresentate dai vari organi del corpo fisico, proprio come i contenuti dell’apparato mentale sono rappresentati come software all’interno dell’hardware del cervello. Le modalità di movimento del corpo vitale – prana o qi – possono essere descritte come onde di possibilità quantiche e l’energia vitale, così come il pensiero, viene sperimentata interiormente.
Siamo diventati così dipendenti dal linguaggio, parlato e scritto, che abbiamo trascurato il sistema di comunicazione basato sulla nostra percezione dell’energia. Come in qualunque funzione biologica l’assenza di uso conduce all’atrofia.
Le sensazioni legate alla zona del cuore associate al romanticismo, il nodo che sentiamo allo stomaco quando siamo agitati, la contrazione alla gola quando per la prima volta parliamo in pubblico, la pressione e il pulsare delle sopracciglia quando ci concentriamo sono tutti dovuti ai movimenti condizionanti del prana e in sanscrito sono chiamati chakra.
Viene quindi automatico il parallelismo con le antiche medicine orientali quali la medicina tradizionale cinese e la medicina ayurvedica.
Entrambe queste medicine parlano di canali o sentieri in cui si muove l’energia vitale, tuttavia i canali indiani (nadi) non corrispondono esattamente a quelli cinesi (meridiani) anche se si possono trovare importanti analogie.
I Chakra possono quindi essere considerati come delle stazioni di energia che governano importanti funzioni psico-fisiche ed energetiche. I chakra principali, detti CHAKRA EVOLUTIVI, sono sette e nascono dai punti di congiunzione delle Nadi principali.
Sono associati a livelli energetici diversi, dal primo (MULADHARA) legato alla terra e alla solidità che questa rappresenta all’ultimo (SAHASRARA) che è la porta di connessione con l’energia più alta e pura, considerata l’energia cosmica. Sul piano fisico trovano localizzazione lungo il canale vertebrale e sono associati a ghiandole endocrine responsabili di importanti funzioni corporee.
Le medicine tradizionali orientali sfruttano questa visione energetica dell’uomo; prendendo in considerazione l’intrinseca relazione tra l’individuo e il cosmo, tra la materia e l’energia. Si basano sullo sviluppo e il potenziamento delle capacità di auto-guarigione dell’organismo in cui mente, corpo e universo formano una realtà inseparabile e interdipendente nella quale ogni disturbo si manifesta prima a livello sottile ed energetico e in un secondo tempo a livello fisico. All’interno di questa visione olistica lo yoga diventa uno strumento per l’auto-guarigione. Le pratiche dello Yoga (Asana, Pranayama, Mudra e Bandha, Dharana, Dhyana ) hanno infatti come fine ultimo il riequilibrio energetico del corpo energetico, attraverso la rimozione di eventuali blocchi per permettere così all’energia vitale, Prana, di circolare liberamente.
Sul piano fisico questo si traduce nella ricerca e nella conservazione di uno stato di salute corporeo in cui tutti gli apparati cooperano per assicurare il funzionamento e l’armonia delle normali funzioni fisiologiche e il mantenimento dell’omeostasi. In questo panorama il significato di Yoga coma “unione” può quindi essere visto come l’integrazione di apparati corporei diversi ma interdipendenti che collaborano per garantire l’equilibrio interno nonostante le variazioni dell’ambiente esterno. Non si può quindi prescindere dal considerare l’interazione con l’ambiente esterno, visto come un macrocosmo pervaso di energia con cui creare quella stessa cooperazione e armonia fondamentale per l’equilibrio interno (microcosmo). Per questo lo yoga viene considerata una disciplina da applicare alla vita quotidiana, in cui le scelte di relazioni con l’esterno (stile di vita e relazioni sociali) possono influenzare gli equilibri energetici del corpo sottile e lo stato di salute del corpo fisico.
LA MEDICINA ENERGETICA: DALLA FISICA QUANTISTICA ALLE FILOSOFIE ORIENTALI
Articolo del: 10/06/2020
Autrici:
DOTT.SSA IRENE DEGLI AGOSTI
DOTT.SSA LAURA MIRACCA
Insegnante di yoga a Pavia. È laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e ha esercitato per anni la professione di farmacista prima di dedicarsi interamente all’insegnamento dello yoga. Si avvicina a questa disciplina nel 2006 e rimane affascinata dagli aspetti anatomici e biomeccanici della pratica uniti a quelli filosofici ed energetici. Nel 2014 conclude il primo livello RYT200 presso la scuola Samadhi di Jacopo Ceccarelli ed ottiene il diploma di insegnante yoga per bambini con metodo Balyayoga. Nel 2016 frequenta il corso residenziale presso la scuola Hari-Om di Marco Mandrino ottenendo la qualifica RYT500. La continua ricerca la porta a scoprire il Restorative Yoga ed a perseguirne l’autorizzazione all’insegnamento da Audrey Favreau. Nel 2017 frequenta lo Yin Yoga Teacher Training con Biff Mithoefer e ottiene la qualifica per insegnare questa disciplina. Sempre desiderosa di apprendere e migliorarsi segue da anni gli insegnamenti di Chiara Cova e coltiva la passione per l’Ashtanga.
BIBLIOGRAFIA
Bruce H. Lipton “ la Biologia delle credenze” Macroedizioni 2006
James Hilmann “ il codice dell’anima” Gli Adelphi 2009
Giulia Boschi “ Medicina cinese: la radice e i fiori” Casa Editrice Ambrosiana 2007
https://it.wikipedia.org/wiki/James_Hillman
James Hillmann è stato relatore ad Eranos : Nel 1966 ha cominciato a partecipare alle conferenze annuali di Eranos ad Ascona: contribuirà con 15 lavori, fino al 1989.
Medicina quantistica: cos’è la cura quantica e come funziona
La medicina quantistica (o medicina quantica) prevede una terapia indolore senza controindicazioni. Il tutto si basa sulla biorisonanza quantistica
La medicina quantistica agisce direttamente sulla struttura molecolare del corpo
E’ opinione diffusa che la dinamica biologica sia interamente dominata da meccanismi chimici, da eventi molecolari che si susseguono in modo ordinato nel tempo e nello spazio. Sono stati messi in evidenza codici di riconoscimento tra le biomolecole (di cui il primo è stato il codice di riconoscimento tra le basi del DNA e amminoacidi) che mostrano come nella materia vivente le molecole non interagiscono a caso, ma secondo pattern ben definiti.
Ci si chiede quale possa essere il meccanismo fisico a lunga distanza tra le molecole, attraverso il quale partendo da distanze dell’ordine di decine di Angstrom le molecole giungano a colpo sicuro, senza mai sbagliare indirizzo, nel luogo giusto al momento giusto, per l’incontro ravvicinato di tipo chimico. Nell’ambito dei concetti noti della fisica, l’unico candidato per questo ruolo appare è il campo elettromagnetico, che è capace sia di interagire con le molecole, sia di operare a grandi distanze. L’esistenza dei codici di riconoscimento tra molecole implica perciò l’esistenza di un livello elettromagnetico della materia vivente che dialoga con il livello chimico assicurando che il traffico delle molecole sia ben ordinato.

La patologia che appare in prima istanza con un’anomalia della struttura molecolare del corpo rimanda in seconda istanza ad un disturbo della rete elettromagnetica di controllo del traffico molecolare. Perciò è possibile assumere due attitudini terapeutiche:
- Intervenire direttamente sul livello chimico dell’organismo, fornendo sostanze chimiche adatte a rimuovere l’anomalia manifestata nella struttura molecolare.
- Intervenire sul livello elettromagnetico rimuovendo il disturbo che sconvolge il traffico molecolare. Questo è il caso della medicina quantistica.L’approfondimento di queste tematiche della medicina quantistica può aprire orizzonti vastissimi alla comprensione della vita non solo su basi chimiche, ma anche su basi fisiche.
La medicina quantistica si basa sulle informazioni frequenziali
Il nostro organismo recepisce come energia sotto forma di informazioni frequenziali tutto ciò che esternamente influisce su di esso e, a sua volta, emette la suddetta energia quantistica.

Ogni cellula, ogni organo, emette una sua particolare frequenza che può essere legata a strutture sane, oppure può essere generata da situazioni patologiche legate ad oscillazioni di disturbo. Tali informazioni frequenziali possono essere opportunamente captate dal corpo tramite elettrodi e successivamente studiate, rielaborate elettronicamente. La terapia di biorisonanza quantistica tende a ripristinare la funzionalità dell’organismo e dei suoi sistemi di regolazione: ciò avviene riducendo via via le oscillazioni patologiche fino alla loro completa eliminazione.
Poiché tutti i processi vitali sono regolati da oscillazioni elettromagnetiche, preposte ai processi biochimici, la malattia può essere vista come un insieme di oscillazioni “malate” che conducono a regolazioni errate: la malattia prima di manifestarsi in sintomi corporei può essere ricercata in un disturbo delle oscillazioni frequenziali fisiologiche, disturbo sul quale si può intervenire tramite la controregolazione o il potenziamento.
I campi di applicazione della medicina quantistica
La medicina quantistica si applica principalmente alla cura delle allergie. L’allergia è causata da uno o più allergeni, ogni allergene è caratterizzato da una frequenza ben definita che può essere riconosciuta elettronicamente e neutralizzata attraverso un meccanismo “di picco inverso”. In più sedute si trasmettono al paziente le oscillazioni speculari riducendo via via le oscillazioni patologiche dell’allergene arrivando infine alla graduale riduzione ed eliminazione dell’allergia stessa.

La terapia si basa sull’utilizzo dei campi elettromagnetici di debole intensità e frequenza. E’ una terapia personalizzata che interagisce con le risposte rivelate dal corpo del paziente mirando anche a stimolare la capacità di autoguarigione dell’organismo. La terapia è indolore, non ha controindicazioni ed effetti collaterali.
Oltre che con le allergie i campi di applicazione sono: patologie osteo-mio articolari, trattamenti pre e postoperatori, patologie del metabolismo e del sistema endocrino, patologie neurologiche, rimozione dei blocchi energetici, riequilibrio energetico, trattamento delle geopatie, terapia del dolore, sindromi ansioso/depressive, intossicazioni da metalli pesanti, potenziamento del sistema immunitario, trattamento delle patologie infiammatori, trattamento delle dipendenze.
Fritjof Capra
Fritjof Capra (Vienna, 1º febbraio 1939) è un fisico e saggista austriaco. Fisico e teorico dei sistemi, è saggista di fama internazionale. Diventato famoso con Il Tao della fisica, del 1975, tradotto in italiano nel 1982 (Adelphi), ha visto la sua fama aumentare con la ristampa del 1989. Si è occupato anche di sviluppo sostenibile, ecologia e teoria della complessità. Così egli ha descritto la sua intuizione della realtà spirituale:
| «Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro. In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all’oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica. […] Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita; «vidi» scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti; «vidi» gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a quella danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne «sentii» la musica: e in quel momento seppi che questa era la danza di Śiva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù.» |
| (Il Tao della fisica, Adelphi, 1993, pp. 11-12) |
Capra parte dall’osservazione della fisica moderna, con la teoria della relatività di Albert Einstein e la meccanica quantistica, e presenta un quadro che può essere visto anche sulla base di elementi spiritualistici. Secondo Capra le “particelle” subatomiche sono in realtà concentrazioni di energia pura in vibrazione piuttosto che vere e proprie entità materiali; il fisico deve non osservare, bensì partecipare:
| «L’idea di «partecipazione invece di osservazione» è stata formulata solo recentemente nella fisica moderna, ma è un’idea ben nota a qualsiasi studioso di misticismo. La conoscenza mistica non può mai essere raggiunta solo con l’osservazione, ma unicamente mediante la totale partecipazione con tutto il proprio essere.» |
| (Il Tao della fisica, Adelphi, 1993, p.161) |
Il nome Fritjof fu scelto dalla madre che amava la “Saga di Fritjof”, una composizione svedese.
Già nel libro Il Tao della fisica (Adelphi), che ha avuto grande successo ed è stato ristampato in varie lingue, l’autore critica il modello di scientificità (di derivazione cartesiana) prevalente nel mondo moderno occidentale, in quanto contrassegnato da un’impostazione meccanicistica, quantitativa e riduzionistica, che non corrisponde alla complessità del reale. Il suo successo sarebbe dovuto non alla portata teoretica, bensì ai risvolti pratici, in quanto tale paradigma scientifico avrebbe facilitato e potenziato il predominio dell’uomo sulla natura, così come auspicato da Cartesio, da F. Bacone e da altri “padri” della modernità.
Secondo Capra, vi è un intimo legame tra la gravissima crisi ambientale del nostro tempo e il tipo di cultura anti-ecologica affermatasi in Occidente negli ultimi secoli. Egli teorizza l’avvento di un nuovo paradigma, ricavabile dagli sviluppi della “nuova fisica” (e di altri settori della scienza contemporanea), ma anche dal misticismo orientale (Taoismo in primo luogo) e da varie altre saggezze premoderne orientate ecologicamente. Si tratta di elaborare un nuovo pensiero, caratterizzato in senso olistico, o meglio sistemico: esso viene così denominato perché privilegia il sistema, cioè la rete complessa costituita dalle molteplici interrelazioni, e non le singole unità costitutive (come voleva l’approccio analitico di stampo cartesiano). Seguendo tale orientamento che privilegia la “rete della Vita” (immagine di grande efficacia più volte impiegata da Capra) e le interconnessioni cosmiche, l’Essere umano stesso è visto come parte della Natura (e non in contrapposizione ad essa).
Le implicazioni che ne discendono sono innumerevoli: qui ci limitiamo a sottolineare che l’Aspetto Naturale (il Divino) della Natura reale non è più riducibile ad oggetto di arbitrarie manipolazioni spirituali, mentali o tecnologiche; al contrario, Capra osserva che noi dobbiamo imparare dai Cicli Cosmici Naturali e dai Principi organizzativi degli Ecosistemi multilevel, anche con lo scopo improrogabile di costruire delle comunità sostenibili, capaci di ridurre al massimo gli effetti degli impatti ancora poco ecologici. Questo obiettivo non è più rinviabile, data la gravità della crisi ambientale a livello planetario: in funzione di ciò, Capra ha fondato a Berkeley il Center for Ecoliteracy, che come suggerisce il nome, si propone di promuovere l’ecoalfabetizzazione, la cui portata e urgenza è così delineata dallo stesso Capra: “…l’ecoalfabetizzazione è una dote essenziale per i politici, gli uomini d’affari e i professionisti in tutti i campi. Di più, l’ecoalfabetizzazione sarà fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità nel suo insieme, quindi costituirà la parte più importante dell’educazione a ogni livello”. Nel presentare il valore formativo dell’educazione ecologica, Capra si ispira all’ecologia profonda, nel mentre prende le distanze dall’ecologia superficiale, in quanto caratterizzata in senso antropocentrico ed efficientistico; infatti “nell’ecologia superficiale gli Esseri umani sono posti al di sopra e al di fuori della Natura (Intima e reale) e, ovviamente, questa prospettiva si accorda con il dominio su tutti gli aspetti della Natura… alla Quale si attribuisce esclusivamente un valore d’uso, un valore strumentale. L’Ecologia profonda vede gli Esseri umani come parte integrante della Natura, come nient’altro che un filo speciale nel tessuto della Vita Cosmica/Dio/Dao/Tao” [1].
Nel libro Il Tao della fisica Capra elenca una vasta serie di “affinità” tra il quadro che sembra emergere dalla fisica contemporanea e gli insegnamenti delle religioniorientali (Induismo, Buddhismo, Taoismo) e i relativi sistemi filosofici. L’universo sarebbe la manifestazione di un unico campo astratto di intelligenza universale, che darebbe origine ad ogni forma e le sue parti sarebbero intimamente connesse a formare un grande organismo unitario. In questa visione, importanza decisiva viene attribuita alle onde e al concetto di vibrazione, che sostituisce il concetto tradizionale e statico di materia (che difatti è superato dall’attuale fisica nucleare e subnucleare).
Nel libro Il punto di svolta e nei successivi, Capra si allontana dagli argomenti prettamente scientifici e filosofici per affrontare temi politici, economici ed ecologici, che secondo lui deriverebbero in modo naturale dalla nuova concezione scientifica. Tali sviluppi hanno ispirato lo sviluppo di nuove discipline come l’ecopsicologia e sono stati ripresi da saggisti come la psicologa italiana Marcella Danon ma non sono stati seguiti o condivisi da altri scienziati che pure si trovavano in sintonia con i temi de Il Tao della fisica, come ad esempio John Hagelin.
Quanto segue è un riassunto delle teorie espresse ne Il punto di svolta e altri lavori di Capra. Capra pone le seguenti critiche al commercio globale condivise anche da altri economisti:
- Il trasporto e la produzione di un bene costano sì in termini di lavoro, ma anche e soprattutto di consumo di risorse e di inquinamento. Il prezzo reale del prodotto dovrebbe riflettere il danno ambientale dovuto sia al consumo delle risorse durante la produzione (foresta, territorio), sia all’inquinamento dovuti al trasporto.
- Al momento, i paesi del G7, circa il 20% della popolazione, usano l’80% delle risorse. Mantenendo la stessa efficienza, per portare tutti allo stesso livello occorrerebbero il 400% delle risorse. Dato che al massimo abbiamo il 100%, bisognerà ridurre ad un quarto o meno la necessità di materie prime per la produzione.
- Per portare tutto il mondo al reddito procapite medio dell’Europa o degli USA sarebbe necessario raggiungere un rapporto reddito procapite/risorse utilizzate insostenibile.
In generale, quanto sopra vale anche per le categorie svantaggiate che vivono nei paesi ricchi, in quanto è sempre necessario aumentare reddito e risorse utilizzate (dal nulla nulla si produce). Inoltre, si ha come corollario che per far progredire i paesi sottosviluppati è meglio dar loro conoscenze avanzate, piuttosto che far loro ripercorrere lo sviluppo dei paesi più ricchi, passando per legna – carbone – petrolio, e spingerli ad utilizzare tecnologie sostenibili: gas naturale, energia solare, eolica, etc.
Riassumendo le critiche, costruire una rete commerciale che non sia sostenibile, ossia che porti all’esaurimento delle risorse, per far sviluppare i paesi poveri, è svantaggioso principalmente per due motivi:
- perché al più farebbe aumentare il reddito per pochi decenni;
- perché le risorse si esaurirebbero, con lo svantaggio di aver aumentato l’inquinamento e precluso la strada ad altri metodi di sviluppo, avendo impoverito il territorio.
Secondo questo punto di vista, così come impostato il commercio equo-solidale non è sostenibile, perché il prezzo reale dovrebbe riflettere i costi necessari per riparare ai danni all’ecosistema causati dalla produzione, trasporto e vendita di un bene. Per di più, la mancanza di risorse necessarie per ripercorrere il processo di sviluppo tecnologico dei paesi e delle categorie svantaggiate rendono inadatti i processi e le economie attuali, non abbastanza flessibili per poter garantire il livello di rendimento richiesto.
Va dunque ripensata la base delle interazioni economiche e dei processi produttivi. Questo non significa che le categorie e i paesi svantaggiati debbano patire la fame, la sete, le malattie o rimanere al livello del neolitico, ma che si debbano utilizzare altri tipi di processi produttivi.
Capra fa l’esempio delle “Economic Networks“, ossia reti di sistemi produttivi che utilizzano l’uno gli scarti dell’altro come materia prima, che sono molto più competitive e tendono ad ottimizzare complessivamente le produzioni, utilizzando teoricamente la sola luce del sole. Si tratta in pratica di ecosistemi di fabbriche, studiati dallo ZERI (Zero Emissions Research and Initiatives). Non sono l’unico tipo di progetti simili, denominati genericamente Zero Emissions, tuttavia sono l’unico, al momento, che sia già stato sperimentato con successo, in Benin, Brasile, Colombia, Figi, Namibia e Zimbabwe, senza l’apporto di capitali stranieri, potendo vendere i loro prodotti a prezzi di mercato, e soprattutto grazie al solo impegno delle comunità locali – nessun apporto tecnologico non riproducibile in loco.
La critica fondamentale è che sembra irragionevole essere solidali con qualcuno comprando beni prodotti e trasportati con dei metodi che non possano essere utilizzati nel lungo periodo, che siano dannosi o che siano peggiori di altri e che siano alla portata delle categorie più svantaggiate come le carceri o comunità di recupero.
- Il Tao della fisica, Adelphi, 1982, ISBN 8845906892 (The Tao of physics, 1975)
- Il punto di svolta, Feltrinelli, 1984, ISBN 8807811170 (The turning point, 1982)
- La politica dei verdi, 1984
- La rete della vita, Rizzoli, 2001, ISBN 8817126802
- La scienza della vita, Rizzoli, 2002, ISBN 8817869961
- La scienza universale. Arte e natura nel genio di Leonardo, Rizzoli, 2007, ISBN 978-88-17-01775-6
- Verso una nuova saggezza,Feltrinelli, 1989
- L’universo come dimora (con Steindl-Rast), Feltrinelli, 1993
- Ecoalfabeto. L’orto dei bambini, Stampa Alternativa, 2005
- Crescita qualitativa. Per un’economia ecologicamente sostenibile e socialmente equa. (Con Hazel Henderson), Aboca: International Lectures on Nature and Ecology, 2009. ISBN/EAN: 9788895642888
- La botanica di Leonardo. Un discorso sulla scienza delle qualità, Aboca: International Lectures on Nature and Ecology, 2009
- Vita e natura: una visione sistemica, Aboca, 2014 (con Pier Luigi Luisi)
- con Ugo Mattei, Ecologia del Diritto, Torino, Aboca, 2017, ISBN978-88-98881-41-3.
- Discorso sulle erbe – Dalla botanica di Leonardo alle reti vegetali. (con Stefano Mancuso), Aboca, 2019.
- ^ F. Capra, D. Steindl-Rast, L’universo come dimora, Feltrinelli, 1993, pag. 94.
- Olismo
Wikiquote contiene citazioni di o su Fritjof Capra
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fritjof Capra- (EN) Sito ufficiale, su fritjofcapra.net.
- (EN) Opere di Fritjof Capra, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Fritjof Capra, su Goodreads.
- (EN) Fritjof Capra, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Sito dell’Ecoliteracy Center, su ecoliteracy.org.
- (EN) Sito di Ecofilosofia, su filosofiatv.org.
- Video intervista a Fritjof Capra