“Fate finta di piangere amici, perché il poeta finge solamente di essere morto”.
Continuo questa mia ricapitolazione delle vacanze e soprattutto delle visite a musei, giardini e luoghi che ci hanno fatto sognare.
Il museo Cocteau a Mentone nel 2018 è stato innondato un centinaio di opere hanno dovuto essere restaurate. Non è ancora riaperto. Effettivamente non è molto lontano dalla spiaggia e guardando le scale che portano al piano sotterraneo vengono i brividi pensando all’architetto che ha progettato una simile eresia e a chi gli ha dato l’autorizzazione, da non credere ! Ora spero che non ci fossero gli archivi in cantina ! Il museo però è davvero vicino al mare e non era difficile immaginare che una mareggiata avrebbe potuto mettere in pericolo il patrimonio artistico. Forse perché mia madre viene da una località marina e mi ha sempre raccontato (ad esempio indicando la piazza) di “quando il mare in tempesta era arrivato fino a qui”, di conseguenza io ho sempre avuto un occhio di riguardo per il mare … anzi ora che ci penso quel giorno che mi hanno chiamato da Venezia durante la mostra di Luigi Pericle nell’area Scarpa, dicendo che c’era l’acqua alta e che dovevamo decidere se spostare le opere … ho detto che si poteva aspettare. Grave errore, alla fine hanno dovuto spostarle durante la notte in fretta e furia e una si è un pochino danneggiata. Beh … abbiamo colto l’occasione per fare una seconda donazione alla fondazione Eranos perché l’opera danneggiata era la loro, poco male, anzi … bene perché ne abbiamo potute donare una seconda ! Ve l’ho detto e … non c’entra nulla… c’entra il mare, il mare c’entra sempre, e l’arte pure. Il mare e l’arte … ahhh
Ma tornando a Cocteau, che personaggio, che emozione …






Jean Cocteau è noto per aver intrecciato la sua attività artistica con temi esoterici, spirituali e mitici, creando un universo simbolico ricco di riferimenti al mito di Orfeo, all’alchimia e a un’intima ricerca di senso e immortalità attraverso l’arte.
Aspetti esoterici nell’opera di Cocteau
- Cocteau vedeva se stesso nelle figure mitiche di Orfeo e Narciso, utilizzandole come specchi della propria identità e del proprio percorso personale di creazione artistica e spirituale.
- Il mito di Orfeo, in particolare, è centrale nella sua produzione cinematografica: con film come Le sang d’un poète (1930), Orphée (1950) e Le Testament d’Orphée (1960) Cocteau propone una sorta di autobiografia spirituale, dove la creazione artistica è vista come un rito iniziatico che porta a un’illuminazione superiore o a una rinascita.
- Nel suo lavoro la morte, il sogno, il viaggio nel mistero sono rappresentati come elementi di un percorso di consapevolezza e trasformazione, avvicinando la sua opera a pratiche esoteriche e simboliche.
Spiritualità e ricerca personale
- Durante momenti difficili della sua vita, Cocteau si avvicinò anche a esperienze di dipendenza e crisi spirituale, cercando rifugio nella poesia e nella contemplazione mitica.
- La sua produzione grafica, poetica e cinematografica è permeata da simboli iniziatici, dualità come vita/morte e realtà/sogno, spesso in chiave molto personale e mistica.
Cocteau e l’esoterismo nel contesto artistico
- Pur non essendo formalmente affiliato a ordini esoterici, l’opera di Cocteau riflette una profonda fascinazione per il mistero, il simbolismo e la trasformazione spirituale, elementi comuni nelle correnti esoteriche del Novecento.
- Il suo lavoro artistico è visto come un ponte tra il mondo reale e quello mitico, tra l’arte e il rito segreto, influenzando generazioni di artisti e cineasti.
Jean Cocteau (1889-1963) fu una delle figure più eclettiche della cultura francese del Novecento: poeta, romanziere, drammaturgo, regista, artista visivo e spirito innovatore, celebrato per la sua originalità e capacità di reinventare linguaggi e forme espressive. Oltre alle sue celebri opere letterarie e cinematografiche come “I ragazzi terribili” o il film “La bella e la bestia”, ebbe un legame speciale con la Costa Azzurra e, in particolare, con Mentone, dove la sua impronta artistica è ancora oggi fortissima.
Cocteau e la sua vita artistica
Nato a Maisons-Laffitte nel 1889 e formatosi nell’ambito della mondanità e dell’avanguardia parigina, Cocteau attraversò da protagonista la stagione delle avanguardie francesi, collaborando con Picasso, Stravinskij, Satie, e ispirando intere generazioni di artisti tra letteratura, musica e arti visive. La sua opera, spesso ispirata ai miti antichi e all’idea di metamorfosi dell’artista, fonde poesia, sogno e innovazione, diventando emblematica dell’immaginario surrealista e influenzando registi della Nouvelle Vague e non solo.
Mi viene in mente che Roerich ha fatto la coreografia dei Balletti Russi … e che Roerich era amico di Verefkin … con la mente torno sempre ad Ascona e ai miei vicini di casa. https://viaggiatoredelweb.org/2023/12/13/i-miei-vicini-di-casa/
Cocteau visse intensamente le scene intellettuali ed esoteriche di Parigi, Nizza, la Costa Azzurra e il sud della Francia, entrando spesso in contatto, almeno idealmente, con l’ambiente di Ascona, frequentato da artisti a lui contemporanei (come Hermann Hesse, Isadora Duncan, Hugo Ball, Hans Arp, Marianne Werefkin).
Il “caso Mentone”: arte pubblica e innovativa
Il sodalizio di Cocteau con Mentone si intensifica dalla metà degli anni Cinquanta. Affascinato dallo spirito mediterraneo e dalla luce della città, Cocteau lascia un segno indelebile decorando la sala dei matrimoni del municipio con affreschi ispirati al mito di Orfeo (1957), trasformando quello spazio in una piccola opera d’arte totale, capace di fondere mito, colore e atmosfere poetiche.
Scoprendo il Bastione, un forte del XVII secolo affacciato sul mare e allora abbandonato, Cocteau progetta di trasformarlo in uno spazio vivo: immagina arredi, decora pavimenti e pareti con mosaici—celebre quello della lucertola, simbolo della pigrizia mediterranea—e seleziona personalmente le opere da esporre. “Cambierò le mie opere appena assumeranno un aspetto ordinario,” dichiarava: iniziando così una visione di museo dinamico, dove nulla fosse mai definitivo.
Purtroppo Cocteau muore pochi anni prima dell’apertura del museo nel 1966; la sua collezione e il Bastione testimoniano però il suo spirito creativo e la volontà di legare per sempre il suo nome e la sua arte alla città di Mentone. Ancora oggi il Bastione, insieme con il vicino Museo Jean Cocteau, raccoglie oltre 2000 opere tra disegni, ceramiche e arazzi, ospitando esposizioni a rotazione.
Eredità culturale
Mentone celebra Cocteau come cittadino onorario e custode della sua memoria. La città non solo preserva le sue opere nei musei, ma ne fa un elemento identitario e di attrazione artistica. La dimensione pubblica dell’arte di Cocteau qui trova la sua massima espressione: il Bastione e la sala dei matrimoni invitano a rileggere la città con occhi poetici e visionari, riconoscendo nel paesaggio e nell’architettura tracce indelebili della fantasia e dell’ingegno del grande artista francese.
Jean Cocteau si identificò con Orfeo dal punto di vista occulto e simbolico principalmente attraverso la sua opera artistica, in particolare nella trilogia cinematografica che comprende Le sang d’un poète (1930), Orphée (1950) e Le Testament d’Orphée (1960). In queste opere, Cocteau vede Orfeo come un archetipo di artista-poeta che attraversa la morte e la rinascita, simbolo di immortalità attraverso la creazione artistica e un rito iniziatico.
Dal punto di vista occulto e spirituale:
- Orfeo rappresenta la fusione tra vita e morte; la sua discesa agli inferi e la sua capacità di risalire simboleggiano il viaggio dell’artista nel mistero della creazione e della trasformazione interiore.
- Cocteau interpreta Orfeo come un cantore mitico che incarna la figura dell’artista per eccellenza, colui che evade da se stesso creando arte e trascende la realtà attraverso l’immortalità dell’opera.
- L’elemento dello specchio è centrale: funge da portale tra il mondo terreno e l’aldilà, tra realtà e sogno, simboleggiando l’identità e l’autocoscienza del poeta. Per Cocteau lo specchio è anche simbolo di una doppia realtà, dove l’immagine riflessa diventa una porta verso il mondo occulto della morte e rinascita.
- Nel mito rivisitato, Cocteau introduce la novità che Orfeo guarda Euridice consapevolmente; questa scelta angustiante è vista come un sacrificio cosciente del poeta, legata alla necessità di accettare la perdita per rinascere.
- La sua opera teatrale e cinematografica diventa una sorta di cerimonia iniziatica, un culto segreto dove lo spettatore è condotto a un’esperienza ipnotica-liberatoria, attraverso la quale accedere a un significato superiore e a una visione metafisica del vivere e del morire.
- Cocteau usa questo mito per raccontare non solo la sua autobiografia spirituale, ma anche per proporre un modello universale di creazione artistica come trasformazione e immortalità.
In sintesi, Cocteau si identifica con Orfeo come simbolo occulto dell’artista che sfida la morte attraverso l’arte, viaggia tra realtà e oltre, e compie una rinascita spirituale e creativa essenziale.