Dall’elicottero alla coscienza unificata

Relazioni asconesi : Arthur M. Young, dall’elicottero alla coscienza unificata

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Fritz Lang si ispira a Hugo Stinnes per Metropolis : ma chi è Stinnes ? Poi arriveremo a Young …
Nella enorme villa dietro l’albergo Ascona abitava Edmund Stinnes (1896-1980), industriale e imprenditore tedesco. Laureato in ingegneria a Berlino nel ’22, due anni più tardi, alla morte del padre Hugo, lui e i fratelli ereditano la Stinnes AG, specializzata nella logistica dai primi dell’ottocento.
Nel 1893 Hugo Stinnes fondò la Stinnes, impresa tedesca attiva nei settori di edilizia, acciaio, elettricità, ecc. Anche se il suo decollo nel mondo capitalistico fu dovuto alle sue incontestabili capacità, durante la guerra fu molto favorito dalla sua vicinanza con lo stato maggiore, e fu uno dei capitalisti tedeschi più avvantaggiati dal conflitto, avvicinandosi al mondo della politica e al Deutsche Volkspartei. Dal 1920 al 1924 fu deputato popolare al Reichstag, in quegli anni divenne anche uno dei principali proprietari di carta stampata in Germania; si oppose alle estenuanti condizioni imposte alla Germania dalla conferenza di pace di Parigi nel Trattato di Versailles. Come politico cercò anche la concertazione tra capitalisti e sindacati, fatto di notevole moderazione nella destra tedesca. Fu però anche molto abile a sfruttare l’iperinflazione, espandendo enormemente (e a costo praticamente zero) il suo impero, tanto da diventare noto come Inflationskönig, accrescendo al contempo la sua fama di profittatore. Il suo impero economico però crollò quasi subito dopo la sua morte. Il figlio Edmund, proprietario della villa dietro l’hotel Ascona, sposato con un ebrea, dall’avanzata di Hitler venne obbligato a emigrare negli Stati Uniti a metà degli anni Trenta dove insegnò economia all’Haverford College, nei pressi di Philadelphia. Edmund Stinnes fu tuttavia in Svizzera, ad Ascona già verso la fine della Seconda guerra mondiale, quando prese parte all’Operazione Sunrise alla fine del conflitto in Italia. Da quel periodo in avanti non lasciò più Ascona e qui morì nel 1980. Oggi riposa nel cimitero comunale. L’operazione di intelligence Sunrise è al centro di alcune delle vicende delle spie che hanno popolato Ascona, al cui novero recentemente si è aggiunto Carl Gustav Jung, arruolato come spia da Allen Welsh Dulles (capo dell’OSS, antesignano della CIA, personaggio oscuro e potentissimo che approfondiremo) e Mary Bancroft che avete visto nella foto all’inizio del testo…
All’epoca, siamo nel ’43, il secondo matrimonio della signorina Bancroft stava cominciando a naufragare e, amante di Gustav Jung e nel contempo del signor Dulles, la cui moglie si trovava negli Stati Uniti, era alla ricerca di reclute per intervistare le centinaia di rifugiati, avventurieri e spie che si riversavano nella Svizzera ufficialmente neutrale da ogni angolo dell’Europa in guerra. Chissà cosa si stavano dicendo su quel muretto di Ascona in questa foto che avete già visto in prima pagina di questo testo?

La signorina Bancroft nacque a Boston e crebbe lì dal patrigno Clarence W. Barron, presidente del Dow Jones e direttore de facto del Wall Street Journal. Barron può essere considerato il fondatore del moderno giornalismo finanziario. La Bancroft frequentò lo Smith College in Massachusetts per un anno. Tra il 1926 e il 1932 risiedette a New York, dove trascorse parte del tempo frequentando l’appartamento della sua amica del Massachusetts, Ruth Forbes Paine, e del marito di quest’ultima, George Lyman Paine Jr., un architetto, attivista della sinistra radicale (1901-78) noto per il suo lavoro con il Correspondence Publishing Committee, un’organizzazione trotskista che sviluppò una serie di teorie, tra cui quella che l’Unione Sovietica fosse una società capitalista di Stato, con un’enfasi sulla teoria hegeliana come modo di comprendere il mondo. Il C.P.C. Cercò inoltre di concentrare maggiori energie sulle questioni politiche che riguardavano le donne, i giovani, gli afroamericani e i lavoratori di base. Lyman era interessato a ciò che definiva “la realtà ultima”, che la Bancroft interpretava come la sua vecchia amica “verità”. Lyman e Mary avevamo discussioni infinite su questa realtà ultima mentre sorseggiavamo gin e ginger ale in quantità industriali.
Dopo aver divorziato dal primo marito, il pattinatore artistico Sherwin Badger, nell’estate del 1933, Mary venne in Europa con l’amica Ruth Forbes Paine, ancora sposata ma ormai separata, dove conobbe un contabile svizzero, Jean Rufenacht, che divenne il suo secondo marito. Nel 1934 si trasferì a Zurigo, in Svizzera, dove imparò il francese e il tedesco in modo eccellente, e divenne amica e allieva di Carl Jung, che la curò da attacchi cronici di starnuti (anche le spie hanno il raffreddore).
L’amica di Mary Bancroft, Ruth Forbes Young (1903, 1998) è stata membro della famiglia Forbes e fondatrice dell’International Peace Academy nel 1970. Con il terzo marito, Arthur Young era un matematico e un ingegnere, e fu la figura più significativa nello sviluppo dell’elicottero Bell. Fu anche un astrologo di prim’ordine, uno studioso di miti e sogni, un ricercatore di lungo corso di fenomeni paranormali ma, soprattutto, l’elaboratore di quella che potrebbe essere la prima teoria che unifica coscienza, fisica e scienze della vita: la Teoria del Processo, descritta nelle sue opere in due volumi, L’universo riflessivo e La geometria del significato. (Non riesco a trovare prove sulla parentela con Frank Rudolph Young, figlio di John Arnold Young, che scrive Secret of Psychic PowerControl, un testo che trovo citato negli appunti sulla ciclomanzia archiviato fra i quaderni di studio di Luigi Pericle.)
La Forbes apparteneva alla famiglia Forbes del Massachusetts, essendo figlia di Ralph Emerson Forbes e di Elise Cabot. Era una pronipote di Ralph Waldo Emerson (che ritroveremo in queste pagine). Troveremo in seguito i legami ideali fra Emerson, Thoreau e Walden e quindi la casa di Luigi Pericle e i suoi vicini … il mondo è davvero stranamente interconnesso.
Ma torniamo alla nostra spia … dopo l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale, la Bancroft fu reclutata dall’Office of Strategic Services, anche se inizialmente a sua insaputa, e le fu chiesto da un contatto dell’ambasciata statunitense di scrivere analisi sulla politica tedesca basate su fonti pubbliche tedesche per giornali svizzeri e americani. Fu poi presentata ad Allen Dulles a Zurigo nel dicembre 1942 e con lui ebbe una relazione sentimentale, basata sulla proposta di Dulles che faceva più o meno così : “possiamo lasciare che il lavoro copra la storia d’amore, e la storia d’amore copra il lavoro”. Dulles assegnò a Bancroft il compito di lavorare con Hans Bernd Gisevius, un ufficiale dell’intelligence militare tedesca che le fornì i dettagli del piano del 20 luglio per assassinare Hitler; la Bancroft sviluppò presto una relazione sentimentale anche con Gisevius. Dopo la guerra, con il raffreddamento della relazione con Dulles, Bancroft divenne amica intima della moglie di Dulles, Clover, che le disse di essere a conoscenza della loro relazione e di approvarla. Immagino che la foto ad Ascona all’inizio di queste pagine sia di questo periodo più o meno nel ’45. Rimase amica intima di Clover fino alla morte di quest’ultima nel 1974.
Dopo la guerra Bancroft si stabilì a New York e divenne amica intima di Henry Luce (magnate dell’editoria con Times e Fortune fra gli altri). Divenne “una delle principali sostenitrici della psicologia di Jung negli Stati Uniti”, tenendo conferenze sull’argomento e pubblicando articoli in riviste accademiche. Pubblicò anche diversi romanzi negli anni Cinquanta e un’autobiografia nel 1983.
Nel 1943, su incarico di Franklin Delano Roosevelt, Allen Dulles va a Zurigo per coinvolgere Carl Gustav Jung (1875–1961), all’epoca settantenne e noto psicoanalista, come spia con il codice 488. Questa è la prima volta che una grande potenza utilizza i profili psicologici dei leader avversari nelle operazioni di spionaggio. Jung analizza le tendenze psicotiche di Hitler, Mussolini e Stalin, giudicando i primi due come “due capi clan” forti internamente ma liquidandoli come bulli, mentre descrive Hitler in modo sottile e sofisticato, definendolo un “taumaturgo” riflesso dell’inconscio tedesco. Jung prevede nel 1943 gli eventi del 1945, incluso il suicidio di Hitler nel Führerbunker di Berlino. Anni dopo, Allen Dulles rivela che le analisi di Jung furono decisive per la strategia di persuasione di Dwight Eisenhower per convincere i cittadini tedeschi alla resa, segnalando l’inevitabile sconfitta.

Arthur M. Young – La Teoria del Processo: la coscienza come chiave dell’universo

Arthur M. Young (1905–1995) è una delle figure più affascinanti del pensiero del XX secolo: ingegnere, inventore, filosofo e metafisico. Fu il creatore del primo elicottero commerciale funzionante, ma, dopo aver raggiunto il successo tecnico, abbandonò l’ingegneria per dedicarsi a una ricerca ben più vasta: la comprensione della struttura della realtà e del ruolo della coscienza nel cosmo.
Il risultato di questa ricerca è la sua Teoria del Processo, esposta nei due volumi fondamentali The Reflexive Universe (1976, trad. L’universo riflessivo) e The Geometry of Meaning (1978, trad. La geometria del significato).


Dalla scienza alla metafisica

Per Young, l’evoluzione dell’universo non può essere spiegata solo in termini meccanicistici. Dopo decenni di studi sulla fisica, la biologia, l’astrologia e le tradizioni sapienziali, egli propose un modello in cui la coscienza è il punto d’arrivo e al tempo stesso la chiave interpretativa di tutta la creazione.
La Teoria del Processo non è una teoria “scientifica” nel senso riduttivo del termine, ma un tentativo di unificare le leggi della materia, della vita e dello spirito in un’unica mappa simbolica e matematica.


I sette stadi del processo

L’universo, secondo Young, si sviluppa in sette fasi successive, o “gradi di libertà”, che descrivono il viaggio dello spirito dalla luce pura alla materia e di nuovo alla coscienza riflessiva:

  1. Luce – principio originario, pura libertà e potenzialità creativa.
  2. Particella subatomica – la prima forma di limitazione, l’ingresso della luce nella densità.
  3. Atomo – nascita della relazione, della polarità elettrica, dell’ordine.
  4. Molecola – organizzazione complessa, preparazione alla vita.
  5. Pianta – emergere della sensibilità e del movimento organico.
  6. Animale – comparsa della coscienza individuale e della volontà.
  7. Uomo/Coscienza riflessiva – lo stadio in cui l’universo prende consapevolezza di sé.

Ogni fase aggiunge un “grado di libertà” e rappresenta un ritorno della luce a sé stessa, un processo di auto-riconoscimento. L’evoluzione, in questa visione, non è una scala di complessità biologica, ma una scala di libertà e consapevolezza.


L’universo come specchio

In The Reflexive Universe, Young descrive il cosmo come un grande sistema autoriflettente: la materia, la vita e la mente non sono compartimenti separati, ma riflessi di un unico principio. Il termine “riflessivo” allude al momento in cui l’universo si guarda allo specchio attraverso la coscienza umana — l’essere umano come punto di svolta dell’intero processo.
Per Young, la scienza moderna aveva dimenticato il soggetto conoscente, riducendo la realtà a oggetto misurabile. Il suo intento è reintrodurre l’osservatore nel cuore della fisica, fondendo empirismo e intuizione spirituale.


La geometria del significato

Nel secondo volume, The Geometry of Meaning, Young tenta una formalizzazione simbolica della sua visione. Propone un linguaggio geometrico dei significati: ogni concetto o forza può essere rappresentato in uno schema circolare, analogo alle relazioni di vettori nello spazio.
Invece di separare qualità e quantità, Young cerca un’“algebra dei valori”, dove il numero non misura soltanto, ma esprime relazioni di senso. Questa “geometria semantica” ricorda le antiche corrispondenze pitagoriche e le analogie tra macrocosmo e microcosmo che percorrono la tradizione ermetica e teosofica.


Un ponte tra scienza e spiritualità

Arthur Young è una figura ponte: tra ingegneria e filosofia, tra scienza e metafisica, tra il pensiero razionale occidentale e la visione iniziatica orientale.
Come scrive: «La scienza si è concentrata sulla misura della realtà, ma ha dimenticato di chiedersi chi è che misura.»
La sua Teoria del Processo restituisce centralità alla coscienza come forza creatrice e unificatrice.
Per Young, ogni individuo è parte di un grande esperimento cosmico: il risveglio della consapevolezza universale attraverso la riflessione umana.


Eredità e attualità

Oggi il pensiero di Arthur Young è tornato di grande interesse in ambiti che uniscono fisica quantistica, psicologia junghiana, filosofia sistemica e spiritualità contemporanea. La sua visione anticipa temi centrali della “nuova scienza” — l’universo olografico, la teoria dell’informazione, la mente come campo quantico.

In un’epoca che oscilla tra tecnicismo e crisi di senso, la sua voce suona come un invito: riconoscere che l’universo non è un meccanismo cieco, ma un processo vivente che cerca di conoscersi attraverso di noi.

Tutto questo ci porta a Quantum Mysticism. Luigi Pericle’s “transcendental” abstraction di Pascal Rousseau e a

  • L’idea di collegare quantistica e spiritualità nasce già con alcuni padri della meccanica quantistica:
  • La versione più esplicita e pop di “metafisica quantistica” viene però negli anni ’70:
    • Fritjof Capra, The Tao of Physics (1975): parallelismi tra fisica moderna e misticismo orientale — è il libro che porta il tema al grande pubblico. en.wikipedia.org+2Beyond Quantum Music+2
    • Poi seguono Zukav, Herbert, Goswami, Chopra, ecc. (filone divulgativo “quantum & mysticism”).
  • Un ponte rigoroso ma non “mistico-pop” è David Bohm (1980): Wholeness and the Implicate Order elabora una ontologia olistica (implicato/esplicato) che ha ispirato letture spirituali senza essere New Age. en.wikipedia.org+1
    • In parallelo, John A. Wheeler propone l’idea “it from bit / universo partecipativo” (anni ’80–’90), che riapre il tema dell’informazione e dell’osservatore. philpapers.org+1

Quindi: chi “tira fuori” la metafisica quantistica?

  • Radici: Schrödinger/Pauli/Wigner (anni ’30–’60) con riflessioni su coscienza e simbolo. science.thewire.in+2catdir.loc.gov+2
  • Sdoganamento culturale: Capra (1975) rende popolare l’accostamento fisica–spiritualità. en.wikipedia.org
  • Sviluppi filosofici/olistici: Bohm e poi Wheeler offrono cornici più ampie (olismo, informazione). en.wikipedia.org+1

Se vuoi, ti preparo una timeline commentata (1910–1990) con frasi chiave e brevi estratti, distinguendo tra linea storica accademica (Pauli–Jung, Wigner, Bohm, Wheeler) e linea divulgativa (Capra → anni ’70–’90).

1910–1960 • Le radici (accademico)

  • 1927–35Complementarità & interpretazione di Copenaghen (Bohr/Heisenberg): ruolo dell’osservatore e limiti della descrizione classica.
  • Anni ’30–’40Erwin Schrödinger: dialogo con Vedānta/Upaniṣad; unità della coscienza (My View of the World, 1964).
  • 1932–58John von Neumann: formalizza la misura; lascia aperto il problema “psiche↔collasso”.
  • 1947–57Wolfgang Pauli ↔ Carl G. Jung: lettere su archetipi e sincronicità (ponte psiche-fisica).
  • 1958Werner Heisenberg, Physics and Philosophy: confini tra conoscenza oggettiva e soggettiva.
  • 1961Eugene Wigner, “mind–body question”: ipotesi coscienza→collasso della funzione d’onda.

1960–1990 • Oltre la fisica dura (accademico)

  • 1964John Bell: disuguaglianze (non-località); aprirà alla stagione degli esperimenti EPR.
  • 1975–David Bohm: da causalità quantistica (1952) a Wholeness and the Implicate Order (1980): ordine implicato/esplicato, ontologia olistica.
  • 1989–95John A. Wheeler: “It from Bit”, universo partecipativo → centralità dell’informazione e dell’osservatore.
  • Anni ’90Henry Stapp: mente, scelta e processi quantistici nella corteccia (versione sofisticata della tesi “coscienza e collasso”).

1975–2000 • Sdoganamento culturale (divulgativo)

  • 1975Fritjof Capra, The Tao of Physics: paralleli tra fisica moderna e misticismo orientale → testo-chiave per il grande pubblico.
  • 1979Gary Zukav, The Dancing Wu Li Masters: versione accessibile e narrativa.
  • 1985Nick Herbert, Quantum Reality: interpretazioni a confronto.
  • 1989Deepak Chopra, Quantum Healing: metafore quantistiche in medicina mente-corpo.
  • 1993Amit Goswami, The Self-Aware Universe: coscienza come fondamento (idealismo monista).

Che cosa significa “chi la tira fuori?”

  • Origine “alta”: i primi ganci tra quantistica e coscienza li mettono Schrödinger, Pauli, Wigner (anni ’30–’60) e poi Bohm, Wheeler (’80–’90): non “spiritualità pop”, ma questioni ontologiche e psico-filosofiche.
  • Sdoganamento “pop”: la formula “metafisica quantistica” diventa di massa dai mid-’70 con Capra e la scia (Zukav, Herbert, Goswami, Chopra): comparazioni, metafore, applicazioni alla crescita personale.

Mappa rapida (chi fa cosa)

  • Ponte rigoroso: Pauli↔Jung (archetipi/sincronicità), Bohm (olismo/ordine implicato), Wheeler (informazione/partecipazione).
  • Linea esperienza interiore: Krishnamurti (dal 1929) parla di osservatore=osservato, tempo psicologico, consapevolezza — non è fisico, ma anticipa temi che la divulgazione quantistica adotterà.
  • Linea pop-metaforica: Capra → Zukav → Goswami/Chopra: connessioni esplicite con spiritualità e pratiche di trasformazione.

Se volete cimentarvi con l’eterna diatriba destra/sinistra quì c’è un testo che vi darà filo da torcere (non l’ho ancora letto tutto, lo faccio ora) … dove sta la verità ?

Ah, e sempre dallo stesso sito c’è questo testo.

Quante contraddizioni, quanta variazione nell’esperienza umana … che è bella perché varia (o brutta a seconda del tipo di variazione, ma poi la bellezza … ah questa è un’altra storia ancora !)

Cerco con l’IA :

Il libro “Lo yoga della bellezza” di Gioia Lussana propone una reinterpretazione contemporanea dello yoga non duale del Kaśmīr, offrendo una prospettiva rivoluzionaria rispetto allo Hatha-yoga tradizionale. 

Temi Principali

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  • Riformulazione contemporanea: L’autrice si rifà ai lignaggi iniziatici e ai maestri medievali (come Abhinavagupta) per attualizzare e reinterpretare gli insegnamenti in un contesto moderno.
  • Valenza integrata: Ne emerge uno yoga versatile che non è solo fisico, ma include una significativa valenza psichica, filosofica e contemplativa.
  • Confronto culturale: La Lussana confronta concetti chiave dello shivaismo kashmiro con termini e idee della tradizione platonica e neoplatonica occidentale.
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In sintesi, il libro esplora come la ricerca della bellezza e della consapevolezza, intese in senso profondo e non duale, possa essere un percorso yoga attuale e completo. 

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