IF … SE …

La poesia

(inglese)

«

If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you;
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too:
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don’t deal in lies,
Or being hated, don’t give way to hating,
And yet don’t look too good, nor talk too wise;

If you can dream—and not make dreams your master;
If you can think—and not make thoughts your aim,
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same:
If you can bear to hear the truth you’ve spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build ’em up with worn-out tools;

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss:
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: “Hold on!”

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings—nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much:
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds’ worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that’s in it,
And—which is more—you’ll be a Man, my son!

»

(italiano)
«

Se riuscirai a mantenere la calma quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno una colpa.
Se riuscirai a avere fiducia in te quando tutti ne dubitano,
ma anche a tener conto del dubbio.
Se riuscirai ad aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con la calunnia,
O essendo odiato a non lasciarti prendere dall’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare come avessi tutte le risposte;

Se riuscirai a sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se riuscirai a pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se riuscirai a confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
distorta dai furfanti per ingannare gli sciocchi,
o a vedere le cose per cui hai dato la vita, distrutte,
e piegarti a ricostruirle con strumenti ormai logori.

Se riuscirai a fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
e rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
e perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se riuscirai a costringere cuore, nervi e tendini
a servire il tuo traguardo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non resta altro
se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”

Se riuscirai a parlare alla folla e a conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il senso comune,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se riuscirai a riempire l’inesorabile minuto
Con un istante del valore di sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

»

(Rudyard Kipling, Se)

ALTRE POESIE DI KIPLING IN ITALIANO

🟦 RUDYARD KIPLING E LA MASSONERIA

1. Iniziazione massonica

  • Data: 5 aprile 1886
  • Luogo: Hope and Perseverance Lodge n. 782, Lahore, India (allora Impero britannico)
  • Età: 20 anni

L’iniziazione avvenne mentre lavorava come giornalista anglo-indiano: la massoneria rappresentava un contesto cosmopolita dove indiani e europei potevano incontrarsi su un piano di uguaglianza, cosa rarissima nell’India coloniale.

Kipling ne rimase affascinato per tutta la vita.


2. Una massoneria “imperiale”, ma anche universale

Kipling incarnava due tendenze opposte:

🔹 Massoneria come fratellanza universale

Lo colpiva soprattutto l’idea che uomini di caste, religioni e colori diversi potessero riunirsi come “fratelli”.

🔹 Massoneria come colonna portante dell’Impero britannico

Nelle colonie era uno strumento di coesione per funzionari, militari, ingegneri, amministratori.

Questa doppiezza è chiarissima in lui come in altri scrittori coloniali.


3. Influenza simbolica nei suoi scritti

Kipling usò temi massonici apertamente e criptati:

🔸 The Man Who Would Be King (L’uomo che volle farsi re, 1888)

1. Di cosa parla il film

Il video (“The Man Who Would Be King – Film vs History” del canale The History Chap) parte dal film di John Huston del 1975, tratto dal racconto di Rudyard Kipling (1888):

  • due ex-sergenti britannici, Daniel Dravot e Peachy Carnehan, stufi dell’India “troppo civilizzata”, decidono di andare a Kafiristan (zona montuosa tra Afghanistan e Pakistan) per farsi re;
  • portano fucili, addestrano le tribù locali, vincono battaglie e vengono presi per divinità;
  • Dravot si monta la testa, vuole sposare una ragazza del luogo; quando lei lo morde e lui sanguina, la gente capisce che non è un dio;
  • rivolta, Dravot viene ucciso (il famoso ponte), Carnehan torna mezzo pazzo e racconta la storia al narratore/Kipling. Wikipedia+1

Il video usa il film come punto di partenza per chiedersi: quanto c’è di storico in tutto questo?


2. Le basi storiche: quanto è vero?

Il canale spiega che la storia non è pura fantasia: Kipling si ispirò ad avventurieri realmente esistiti nell’area afgano-centroasiatica nell’Ottocento.

Il nome principale che emerge è Josiah Harlan: Wikipedia

  • americano, medico e mercante avventuriero;
  • negli anni 1820–30 entra in Afghanistan, si mette al servizio di vari capi locali;
  • sogna apertamente di diventare una sorta di principe o re in zone remote;
  • viene paragonato a Dravot per il progetto “mi faccio un regno tra i monti”, l’imitazione di Alessandro Magno, il gusto per il travestimento e l’uso di simboli massonici.

Il video mostra così che l’idea di un europeo che va a farsi re in un’area remota dell’Asia centrale è storicamente plausibile: non è accaduto esattamente come nel film, ma riflette un certo tipo di personaggio del tempo.


3. Kafiristan / Nuristan: un posto reale

Il video chiarisce che Kafiristan non è un luogo inventato:

  • era il nome reale di una regione sui monti Hindu Kush, abitata da popolazioni non islamizzate, dette “kāfir” (pagane);
  • alla fine dell’Ottocento l’emiro afgano Abdur Rahman la conquista a forza, converte gli abitanti all’islam e ribattezza la zona Nuristan (“terra della luce”). Wikipedia

Quindi: l’ambientazione del film/racconto ha un fondamento storico preciso, anche se la vicenda di Dravot e Carnehan è romanzata.


4. Massoneria, impero e mito

Il video mette a confronto:

  • la massoneria del film (il medaglione, i segni riconosciuti dai sacerdoti locali);
  • la massoneria reale: Kipling era davvero massone e usò consapevolmente simboli massonici per dare alla storia un tono iniziatico e “fraterno” (trovarsi “fratelli” anche ai confini del mondo). Wikipedia

C’è anche una lettura politico-culturale:
la storia è una metafora dell’hubris coloniale:

  • uomini dell’impero convinti di poter controllare popoli e montagne;
  • il loro progetto di “farsi re” finisce in tragedia, travolto dall’avidità e dalla perdita del limite.

Il video probabilmente sottolinea come il film di Huston, uscito nel 1975, accentui questo aspetto: da un lato avventura epica, dall’altro critica amara del sogno imperiale maschile e predatorio. scrapsfromtheloft.com+1


5. Conclusione del video: film, novella e storia reale

In sintesi, il canale arriva a qualcosa di questo tipo:

  • il film è abbastanza fedele alla novella di Kipling;
  • la novella si ispira liberamente a figure storiche come Josiah Harlan e, più in generale, agli avventurieri britannici (e occidentali) dell’Ottocento in Asia centrale;
  • Kafiristan era reale, i tentativi di “regni privati” pure, ma
  • l’elemento del “dio-re massone” che cade dal ponte è una costruzione narrativa potentissima, non un fatto cronachistico. Wikipedia+2Wikipedia+2

È probabilmente il racconto massonico più famoso della storia.

Due avventurieri inglesi scoprono una tribù che adotta simboli simili alla massoneria (il Segno del Maestro, la squadra e il compasso).
Il film di John Huston (con Connery/Caine) lo rende ancora più esplicito.

🔸 If— (1895)

Pur non essendo massonico, incarna virtù massoniche:

  • autocontrollo
  • padronanza delle passioni
  • universalismo morale

🔸 “The Mother-Lodge”

Una poesia dichiaratamente massonica:

“We met upon the Level, and we parted on the Square.”

(“Ci incontrammo sul Livello e ci separammo sulla Squadra.”)

È uno dei versi più citati in tutta la letteratura massonica.


4. Simbolismo esoterico in chiave più ampia

Pur non essendo teosofo, Kipling era:

  • massone
  • attratto dall’induismo
  • vicino al buddismo
  • profondamente sensibile al simbolismo
  • con una visione ciclica del karma, del dovere (dharma) e del sacrificio

Questo fa sì che la sua opera possa essere letta anche in una chiave:

  • esoterica
  • iniziatica
  • proto-perenne

Molti studi lo avvicinano al pensiero esoterico britannico dell’epoca, parallelo a quello teosofico, ma meno mistico e più “civile”.


Rudyard Kipling non fu teosofo, né appartenne a circoli direttamente legati alla Società Teosofica.
Tuttavia, il suo rapporto con l’India, l’esoterismo e la simbologia iniziatica lo pone vicinissimo ad alcune idee che circolavano nel mondo teosofico di fine Ottocento.


1. Kipling e la Teosofia: contatti indiretti, non adesione

Kipling visse in India negli stessi anni in cui Helena Blavatsky e Henry Olcott fondavano e diffondevano la Società Teosofica (anni 1870–1890).
Molti intellettuali anglo-indiani del suo ambiente frequentavano teosofi, riformatori spirituali, studiosi dell’induismo e del buddhismo.

Kipling osservò tutto questo, ma rimase scettico e distante.

Per lui la Teosofia era vista come:

  • un miscuglio di misticismo occidentale
  • tradizioni indiane rilette con entusiasmo
  • spiritualità che rischiava di apparire fantasiosa agli occhi di un inglese pragmatico

Non la attaccò mai direttamente, ma la trattò con ironia, considerandola un sintomo della fascinazione occidentale per l’Oriente.


2. Perché allora si crea un collegamento tra Kipling e la Teosofia?

Non per appartenenza, ma per vicinanza tematica.

Ci sono tre ambiti in cui Kipling sembra “toccare” idee teosofiche:

a) Sincretismo interculturale

La Teosofia univa Oriente e Occidente, religioni e simboli.
Kipling, da massone, era interessato allo stesso terreno culturale, benché con un approccio molto più concreto.

b) Simbolismo iniziatico

La Teosofia si nutre di simboli e livelli di coscienza.
Kipling li usa in forma narrativa, spesso attraverso immagini massoniche:

  • fratellanza universale
  • ascensione morale
  • unità dell’umanità
  • vita come percorso iniziatico

c) Interesse per religioni asiatiche

Kipling conosceva:

  • induismo
  • buddhismo
  • folclore dei nagas, yaksha, rakshasa
  • narrazioni vediche e puraniche

Non in chiave mistica teosofica, ma come sfondo antropologico e simbolico.


3. Differenze fondamentali tra Kipling e la Teosofia

  • Kipling era imperiale, legato all’idea dell’Impero britannico;
    la Teosofia era universalista e anti-razziale, contraria a ogni gerarchia etnica.
  • Kipling abbracciava la Massoneria operativa, con rituali simbolici ma concreti;
    la Teosofia cercava una sapienza esoterica pan-religiosa, metafisica.
  • Kipling si muoveva nel registro del racconto, dell’etica, della psicologia del carattere;
    la Teosofia nel registro della cosmologia spirituale.

Nonostante questo, entrambi respiravano la stessa atmosfera culturale: l’India come luogo di rivelazione spirituale per l’Occidente.


4. Convergenze e divergenze in una frase

Kipling non fu teosofo, ma fu un osservatore privilegiato di quell’Oriente spirituale che la Teosofia cercava di tradurre in dottrina.

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