De Chirico segue una metafisica dell’arte di matrice soprattutto nietzscheana …
Ma de Chirico era contro la Teosofia ? “Charmion von Wiegand (1896-1983) ne s’intéresse sérieusement à la Théosophie qu’après ses rencontres en 1941 à New York avec Mondrian, dont elle devient traductrice, amie et confidente – et à Rome en 1948 avec Giorgio De Chirico (1888-1978), qui lui parle négativement de l’art abstrait comme vu comme un « complot théosophique », ce qui, au contraire, la persuade qu’il faut absolument lire les ouvrages de Blavatsky
IA (Perplexity) dice :
De Chirico non era “contro la Teosofia” in senso dottrinale preciso, ma fu molto ostile sia all’astrazione sia al nesso fra astrattismo e teosofia, che considerava con sospetto e sarcasmo.
La frase sul «complotto teosofico»
Lo stesso episodio che citi è riportato in uno studio di Massimo Introvigne sugli artisti legati al movimento teosofico: nel 1948, a Roma, De Chirico parla con Charmion von Wiegand in modo negativo dell’arte astratta, presentandola come una sorta di «complotto teosofico»; paradossalmente, proprio questo spingerà lei a leggere Blavatsky sul serio.
In altre parole, De Chirico associa l’astrazione geometrica (in particolare l’orbita mondrianiana) all’ambiente teosofico–esoterico che detestava e che vedeva come una deriva intellettualistica e “cospirativa” dell’arte moderna.
Posizione complessiva di De Chirico
- È radicato in un’idea personale di metafisica dell’arte, di matrice soprattutto nietzscheana e filosofica, non teosofica: il mistero va cercato nelle cose concrete, nella città, negli oggetti, non in un “retroscena occulto” astratto.
- Dopo la stagione delle avanguardie, diventa fortemente polemico verso il modernismo, i surrealisti e l’astrazione, che giudica degenerazioni e mode ideologiche; dentro questo rifiuto globale, finisce anche il versante teosofico dell’astrattismo (Mondrian, Kandinsky, ecc.).
Quindi, in sintesi
- Non risulta un attacco sistematico alla Teosofia come dottrina, ma una critica ironica e sprezzante del legame arte astratta–teosofia, bollato come “complotto”.
- Per una figura come Charmion von Wiegand, questo ha avuto l’effetto opposto: l’ha convinta che dietro quella connessione ci fosse qualcosa di seriamente da esplorare, spingendola verso uno studio profondo della Teosofia e una pittura astratta spirituale.
Confronta la metafisica dell’arte, di matrice soprattutto nietzscheana con le idee Teosofiche
La metafisica dell’arte di De Chirico, di chiara impronta nietzschiana, e le idee teosofiche condividono un fascino per l’enigma e il “dietro le quinte” della realtà, ma divergono radicalmente su metodo, scopo e visione cosmica.
Confronto chiave
Sintesi
De Chirico cerca l’abisso nietzschiano nel qui e ora oggettuale (metafisica immanente, tragica), teosofia propone una scalata esoterica ordinata (trascendente, evolutiva). Entrambe anti-materialiste, ma una evoca terrore del nulla, l’altra promette Maestri e Akasha. Charmion von Wiegand capì: De Chirico la respinse proprio perché ne intuiva la potenza alternativa.
Nietsche vs Teosofia
Nietzsche e la Teosofia rappresentano due visioni opposte dell’esistenza: l’una tragica e immanente, l’altra evolutiva e trascendente, con un confronto che tocca nichilismo, gerarchia e scopo cosmico.
Confronto essenziale
Sintesi filosofica
Nietzsche è ribelle nichilista attivo: distrugge idoli per auto-superamento terreno, vede spiritualismi come debolezza. Teosofia è sintesi gerarchica: integra Oriente/Occidente in piano cosmico ordinato, con Maestri come guida. De Chirico sceglie Nietzsche per la sua metafisica “concreta” contro astrazione teosofica; la tua passione per entrambi riflette il ponte: nichilismo come catalizzatore per ascesi.
De Chirico non mi è mai piaciuto, mi ha sempre dato un senso di vuoto, freddo e spaventoso malessere insensato dal quale ho sempre tentato di sfuggire … chiaro !
La sorella di Niestche !!!
Nietzsche morì fisicamente il 25 agosto 1900 a Weimar, Germania, all’età di 55 anni, per complicazioni di una polmonite che lo colpì dopo oltre un decennio di decadimento mentale e fisico.
Declino e malattia
- Crollo del 1889: A Torino, Nietzsche subì un breakdown psicotico totale (l’episodio del cavallo frustato che abbracciò per strada). Da allora, catatonia, afasia, paralisi progressiva: non parlava, non riconosceva familiari, era alimentato a cucchiaio. (Il 3 gennaio 1889, a Torino (via Carlo Alberto), Nietzsche uscì di casa e vide un cocchiere frustare selvaggiamente il suo cavallo esausto, che non voleva più muoversi. Nietzsche, sconvolto, corse dal vetturino, lo fermò gridando, poi abbracciò il cavallo piangendo convulsamente e gli sussurrò qualcosa all’orecchio (secondo alcuni “Madre, io sono stupido”).
- Cause dibattute: Diagnosi ottocentesca di neurosifilide (paralisi generale dei dementi, da “lues venerea”); moderne ipotesi preferiscono demenza frontotemporale ereditaria (stessa del padre, morto a 36 anni per tumore cerebrale), CADASIL o tumore cerebrale. Nessuna autopsia definitiva.
- Ultimi anni: Curato dalla madre (fino al 1897), poi dalla sorella Elisabeth (manipolatrice, che falsificò i suoi scritti per nazismo). Stato vegetativo, sedia a rotelle, totale dipendenza.
Significato simbolico
La sua morte “tragica” riecheggia il superuomo fallito: genio nichilista distrutto dal caos dionisiaco che predicava. Teosofi lo videro come karma per aver negato i Maestri; De Chirico lo celebrò come metafisico puro, contro astrazioni “servili”. Ironia: il profeta di amor fati non controllò il suo destino fisico.
La sorella Elisabeth (manipolatrice, che falsificò i suoi scritti per nazismo) … che successe esattamente ?
Elisabeth Förster-Nietzsche, sorella di Friedrich, dopo la morte della madre nel 1897 assunse il controllo totale del Nietzsche-Archiv a Weimar, diventando custode esclusiva dei suoi manoscritti, lettere e appunti inediti.
Le manipolazioni principali
- La Volontà di Potenza (1901): Non un libro pianificato da Nietzsche, ma un collage artificioso di ~1.000 frammenti dai suoi quaderni postumi (1883-1888), tagliati, riorganizzati e selezionati da Elisabeth e Peter Gast per enfatizzare temi come “volontà di potenza” e “superuomo” in chiave nazionalista/gerarchica. Nietzsche li aveva abbandonati; lei li presentò come opera sistematica, omettendo parti anti-germaniche e anti-cristiane.
- Falsificazione di lettere: Ricopiò bozze di lettere mai spedite (alla madre o altri), attribuendole a sé stessa come “confidente unica”. Karl Schlechta (anni ’50) scoprì 32 originali mancanti: Elisabeth distrusse prove e alterò testi per legittimare il suo ruolo.
- Biografie distorte: Nel suo Mia sorella ed io (postuma, 1900), esagerò il legame fraterno, minimizzò litigi (es. sul suo antisemitismo e matrimonio con Bernard Förster, razzista fallito in Paraguay).
Legame col nazismo
Antisemita convinta, Elisabeth corteggiò nazisti: Hitler visitò l’Archiv nel 1934, donandole una copia firmata del Mein Kampf. Promosse Nietzsche come profeta ariano, ingaggiando editori come Alfred Baeumler per edizioni “nazificate”. Dopo la sua morte (1935), l’eredità fu corretta da Colli-Montinari (Adelphi, 1964): Volontà di potenza relegata a “Frammenti postumi”.
Nietzsche odiava il nazionalismo e l’antisemitismo (chiamò Wagner “imbecille antisemita”); Elisabeth lo trasformò nel suo opposto per potere e ideologia. Tragico: il filosofo anti-decadente “decaduto” nelle mani della sorella.
La Volontà di potenza (Wille zur Macht) è il concetto centrale della filosofia matura di Nietzsche, ma non è un libro autentico di suo pugno: è un collage postumo manipolato dalla sorella Elisabeth.
Significato originale in Nietzsche
- Essenza della vita: Non dominio brutale sugli altri, ma forza interiore espansiva, auto-superamento, affermazione creativa contro il nichilismo (“Dio è morto”). È il “motore” di tutto: natura, arte, superuomo. “Volontà che vuole se stessa” – crescita perpetua, amor fati, eterno ritorno come test estremo.
- Nei testi autentici (Zarathustra, Genealogia, appunti 1883-88): energia dionisiaca che genera valori nuovi, artistica e tragica, contro decadenza cristiana/platonica.
La falsificazione di Elisabeth
- Pubblicato 1901 come “opera maggiore”: ~1.000 frammenti dai quaderni inediti, riordinati da lei e Peter Gast per enfatizzare gerarchia razziale, anti-egalitarismo, “dominatori vs schiavi”.
- Omissioni: tolse parti anti-tedesche, pacifiste, pro-ebrei (Nietzsche odiava Wagner antisemita).
- Nazificazione: promossa come “bibbia ariana” (Hitler la citò); edizioni Colli-Montinari (1960s) la relegano a “Frammenti postumi”.
Nietzsche vero vs mito nazista
- Autentico: volontà di potenza = libertà aristocratica, arte tragica, prospettivismo (“verità multiple”).
- Falso: non darwinismo sociale, non razzismo. Il Superuomo è artista che crea, non tiranno.